BIBBIA E PASTORALE

VIGILATE

LA CROCE DI DOZULE'

L'INGANNO DELLE CROCI LUMINOSE

 

Lettera di mons. Luigi Bressan – giovedì 4 luglio 2002 – ai Sacerdoti e alle Comunità Religiose dell’Arcidiocesi di Trento a proposito di alcune iniziative che rischiano di snaturare il messaggio cristiano –Trento

 

"Cari confratelli nel sacerdozio,

devo ancora attirare la vostra attenzione su alcune iniziative che si presentano come ispirate da buona volontà, ma rischiano di snaturare il vero senso del messaggio cristiano, e si stanno diffondendo anche tra noi.

A) “Croce di Dozulé”: è apparsa in alcuni paesi del Trentino una croce metallica, sempre in forme identiche, luminosa anche di notte. La tradizione di erigere croci è antica e lodevole, anche se la prudenza insegna che la stessa devozione può prendere vie sbagliate. Il tipo di croce sopra ricordato si rifà a presunte “rivelazioni” che sarebbero avvenute a Dozulé, in Francia, tra il 1972 e il 1978. Il Vescovo del luogo (mons. Badré di Bayeux-Lisieux) ha espresso un parere totalmente negativo ancora il 27 aprile 1984, dopo che una commissione aveva esaminato gli “eventi”, proibendo quindi ogni devozione in tal senso. In data del 25 ottobre 1985 il Cardinale J. Ratzinger, a nome della sacra Congregazione per la Dottrina della Fede, ha dato la sua approvazione alle disposizioni del Vescovo. Il successore di mons. Badré ha confermato questa posizione il 15 marzo 1991, dichiarando tra l’altro che “i partigiani della tesi di Dozulé e i suoi diffusori non sono in comunione con la Chiesa”. Nonostante questo, i “testimoni della croce” hanno proseguito, sostenendo di aver ricevuto nuove “rivelazioni” dalla Madonna e dallo stesso Gesù. Anche queste contengono messaggi di catastrofi, di una venuta prossima di Cristo… e la fiducia nella croce di Dozulé!

Simili “fenomeni” (visioni apocalittiche, castighi imminenti, mezzi magici o quasi di salvezza) si ritrovano in ogni epoca, e soprattutto nei momenti di crisi sociale, ma essi hanno una spiegazione nella psicologia umana, e non appartengono alla fede cristiana.

Penso che sia i fedeli che i sacerdoti che hanno promosso tali croci nel Trentino non fossero al corrente delle disposizioni della Chiesa in merito. Tuttavia, chiedo ora anzitutto che non si proceda oltre e che quanto prima vengano tolte le “croci di Dozulé” esistenti, ed eventualmente sostituite con croci diverse o con altri segni del sacro. Il rispetto dell’ambiente poi propone soluzioni adeguate al nostro territorio. Infine, nessun sacerdote o persona consacrata dovrà prestarsi per incontri di preghiera presso una “croce di Dozulé”.

Vanno inoltre respinte le previsioni catastrofiche, più proprie delle sette millenariste che del pensiero cattolico, e le misurazioni della croce che risentono di calcoli cabalistici. Si deve infine distinguere tra la devozione a Maria e quella a Cristo, e far attenzione anche a non confondere la croce con la medesima persona di Gesù.

Tale tipo di croce è stata presentata talvolta anche come “la croce del Giubileo”. In realtà essa non ha nulla a che vedere con il Grande Giubileo dell’Anno 2000."