BIBBIA E PASTORALE

VOCAZIONE

"Anche la realtà più bella diventerà un inferno e sarà messa a ferro e fuoco, se non lo fai per Cristo e per Cristo solo.."


"..alcuni dicono che la vita consacrata è il paradiso in terra. No. Casomai il purgatorio! Ma andare avanti con gioia, andare avanti con gioia." (Papa Francesco, sabato 11/04/2015)

1) COS'E' LA VOCAZIONE?

2) OSTACOLI VOCAZIONALI

3) DIO CHIAMA ANCORA?

4) LA DISGRAZIA DI PERDERE LA VOCAZIONE

 

A cura dell'Istituto del Verbo Incarnato (IVE)

LA VITA SANTA E IL GIOVANE RICCO

Il giovane si prostra davanti a Gesù e, dopo il profondo saluto, gli dice: “Filippo di Canata, figlio di veri israeliti e rimasto tale, io sono. Discepolo di Gamaliele sinché la morte del padre mio non mi fece capo dei suoi commerci. Ti ho sentito più di una volta. So le tue azioni. Aspiro ad una vita migliore per avere quella vita eterna che Tu assicuri possesso di chi crea il tuo Regno in sé. Dimmi dunque, Maestro buono, che dovrò fare per avere la vita eterna?”.

“Perché mi chiami buono? Solo Dio è buono”.

“Tu sei il Figlio di Dio, buono come il Padre tuo. Oh! dimmi, che devo fare?”.

“Per entrare nella vita eterna osserva i comandamenti”.

“Quali, mio Signore? Gli antichi o i tuoi?”.

“Negli antichi sono già i miei, i miei non mutano gli antichi. Essi sono sempre: adorare di amor vero l’unico vero Dio e rispettare le leggi del culto, non uccidere, non rubare, non commettere adulterio, non attestare il falso, onorare padre e madre, non danneggiare il prossimo ma anzi amarlo come ami te stesso. Facendo così, avrai la vita eterna”.

“Maestro, tutte queste cose le ho osservate dalla mia fanciullezza”.

Gesù lo guarda con occhio d’amore e dolcemente gli chiede: “E non ti paiono sufficienti ancora?”.

“No, Maestro. Cosa grande è il Regno di Dio in noi e nell’altra vita. Infinito dono è Dio che a noi si dona. Io sento che tutto è poco, di ciò che è dovere, rispetto al Tutto, all’Infinito perfetto che si dona e che penso si debba ottenere con cose più grandi di quelle che sono comandate per non dannarsi ed essergli graditi”.

“Tu dici bene. Per essere perfetto ti manca ancora una cosa. Se vuoi essere perfetto come vuole il Padre nostro dei Cieli, va’, vendi quanto hai e dallo ai poveri, e avrai un tesoro in Cielo che ti farà diletto al Padre, che ha dato il suo Tesoro per i poveri della Terra. Poi vieni e seguimi”.

Il giovane si rattrista, si fa pensieroso. Poi si alza in piedi dicendo: “Ricorderò il tuo consiglio…”, e si allontana tristemente.

Giuda ha un sorrisetto ironico e mormora: “Non sono io solo ad amare il denaro!”.

Gesù si volge e lo guarda… e poi guarda gli altri undici visi che gli sono intorno, poi sospira: “Come difficilmente un ricco entrerà nel Regno dei Cieli, la cui porta è stretta, ed erta è la via, e non possono percorrerla ed entrare coloro che sono caricati dei pesi voluminosi delle ricchezze! Per entrare lassù non ci vogliono che tesori di virtù, immateriali, e sapersi separare da tutto quanto è attaccamento alle cose del mondo e vanità”. Gesù è molto triste…

Gli apostoli si sogguardano fra loro…

Gesù riprende, guardando la carovana del giovane ricco che si allontana: “In verità vi dico che è più facile che un cammello passi per una cruna d’ago che non per un ricco di entrare nel Regno di Dio”.

“Ma allora chi mai potrà salvarsi? La miseria fa sovente peccatori, per invidie e poco rispetto a ciò che è d’altri, e per sfiducia verso la Provvidenza… La ricchezza è di ostacolo alla perfezione… E allora? Chi potrà salvarsi?”.

Gesù li guarda e dice loro: “Quello che è impossibile agli uomini è possibile a Dio, perché a Dio tutto è possibile. Basta che l’uomo lo aiuti, il suo Signore, con la sua buona volontà. È buona volontà accettare il consiglio avuto e sforzarsi di giungere alla libertà dalle ricchezze. Ad ogni libertà, per seguire Dio. Perché la vera libertà dell’uomo è questa: seguire le voci che Dio gli sussurra al cuore e i suoi comandi, non essere schiavo né di se stesso, né del mondo, né del rispetto umano, e perciò non schiavi di Satana. Usare della splendida libertà di arbitrio che Dio ha dato all’uomo per volere liberamente e solamente il Bene, e conseguire così la vita eterna luminosissima, libera, beata. Neppur della propria vita bisogna essere schiavi, se per secondare la stessa noi si deve fare resistenza a Dio. Ve l’ho detto: ‘Colui che perderà la sua vita per amor mio e per servire Iddio, costui la salverà in eterno’”.

(Il giovane ricco, Gesù e i discepoli; Maria Valtorta "L'Evangelo come mi è stato rivelato" 576.6-9)

DIO HA UNA VIRTU', LA PAZIENZA, ED ESSA DEVE ESSERCI ANCHE NEI FORMATORI

E non è vero che i giovani di oggi siano mediocri e non generosi; ma hanno bisogno di sperimentare che «si è più beati nel dare che nel ricevere!» (At 20,35), che c’è grande libertà in una vita obbediente, grande fecondità in un cuore vergine, grande ricchezza nel non possedere nulla. Da qui la necessità di essere amorosamente attenti al cammino di ognuno ed evangelicamente esigenti in ogni fase del cammino formativo, a cominciare dal discernimento vocazionale, perché l’eventuale crisi di quantità non determini una ben più grave crisi di qualità. E questo è il pericolo. Il discernimento vocazionale è importante: tutti, tutte le persone che conoscono la personalità umana – siano psicologi, padri spirituali, madri spirituali – ci dicono che i giovani che inconsciamente sentono di avere qualcosa di squilibrato o qualche problema di squilibrio o di deviazione, inconsciamente cercano strutture forti che li proteggano, per proteggersi. E lì è il discernimento: sapere dire no. Ma non cacciare via: no, no. Io ti accompagno, vai, vai, vai… E come si accompagna l’entrata, accompagnare anche l’uscita, perché lui o lei trovi la strada nella vita, con l’aiuto necessario.

La formazione iniziale, questo discernimento, è il primo passo di un processo destinato a durare tutta la vita, e il giovane va formato alla libertà umile e intelligente di lasciarsi educare da Dio Padre ogni giorno della vita, in ogni età, nella missione come nella fraternità, nell’azione come nella contemplazione.

(DISCORSO DEL SANTO PADRE FRANCESCO AI PARTECIPANTI AL RADUNO DEI FORMATORI DI CONSACRATI E CONSACRATE, PROMOSSO DALLA CONGREGAZIONE PER GLI ISTITUTI DI VITA CONSACRATA E LE SOCIETÀ DI VITA APOSTOLICA, Sabato, 11/04/2015)

SMETTI DI ASPETTARE LA TUA CHIAMATA

Se aspetti da anni e anni che Dio ti confermi con certezza una via, stai sbagliando. Dio non promette assoluta chiarezza su tutto: la fede è “fede” per un motivo. Ad ogni modo, Dio promette di stare con noi “fino alla fine del mondo”, e in questo risiede la nostra consolazione.

(Fonte: Aleteia; Autore: Sequoia Sierra 11/3/2014)

"SIATE RIVOLUZIONARI!"

“Dio chiama a scelte definitive, ha un progetto su ciascuno: scoprirlo, rispondere alla propria vocazione è camminare verso la realizzazione felice di se stessi. Dio ci chiama tutti alla santità, a vivere la sua vita, ma ha una strada per ognuno”.

(Papa Francesco ai volontari della GMG di Rio, 29/07/2013)

ENCICLICA LUMEN FIDEI di Papa Francesco

“La luce della ragione autonoma non riesce a illuminare abbastanza il futuro; alla fine resta nella sua oscurità e lascia l’uomo nella paura dell’ignoto”. “Quando manca la luce, tutto diventa confuso, è impossibile distinguere il bene dal male, la strada che porta alla meta da quella che ci fa camminare in cerchi ripetitivi, senza direzione”.

CONSIGLI E LUMI AI GIOVANI IN CAMMINO VOCAZIONALE

"Io non vi rimprovero, rimprovero questa cultura del provvisorio, che ci bastona tutti, perché non ci fa bene: perché una scelta definitiva oggi è molto difficile. Ai miei tempi era più facile, perché la cultura favoriva una scelta definitiva sia per la vita matrimoniale, sia per la vita consacrata o la vita sacerdotale. Ma in questa epoca non è facile una scelta definitiva. Noi siamo vittime di questa cultura del provvisorio".

"Diventare sacerdote, religioso, religiosa non è primariamente una scelta nostra, ma la risposta ad una chiamata e ad una chiamata di amore".

"... E a tutti voi vi fa schifo, quando trovate in noi preti che non sono autentici o suore che non sono autentiche!"

Infine i due suggerimenti forti: l’uscire da se stessi per incontrare Gesù nella preghiera e l’uscire per incontrare gli altri. “Io vorrei una Chiesa missionaria” soggiunge il Papa “non tanto tranquilla, quella bella Chiesa che va avanti”:

"Non abbiate paura di uscire e andare controcorrente. Siate contemplativi e missionari. Tenete sempre la Madonna con voi, ma pregate il Rosario, per favore… Non lasciatelo! Tenete sempre la Madonna con voi nella vostra casa, come la teneva l’apostolo Giovanni. Lei sempre vi accompagni e vi protegga.

Papa Francesco, Aula Paolo VI, 07/07/2013

ATTEGGIAMENTI POSSIBILI NELLE SITUAZIONI DIFFICILI: 

AGIRE CON LENTEZZA, GUARDARE INDIETRO, AVERE PAURA.

 

Papa Francesco, omelia a Santa Marta, 02/07/2013

CAPACI DI ASCOLTARE LA VOCE DI DIO E DI SEGUIRLA CON DECISIONE


Papa Francesco, Angelus 30/06/2013

SERVIAMO LA PAROLA DI DIO NON L'IDOLATRIA DELLA RICCHEZZA E LE PREOCCUPAZIONI DEL MONDO

 

Papa Francesco, omelia a Santa Marta, 22/06/2013

CULTURA DEL BENESSERE E FASCINO DEL PROVVISORIO NON CI FANNO SEGUIRE GESU'

 

Papa Francesco, omelia a Santa Marta, 27/05/2013

MARIA E' LA MADRE CHE CI INSEGNA A FARE SCELTE BUONE E DEFINITIVE

 

Papa Francesco, Basilica Papale di Santa Maria Maggiore, 05/05/2013

GLI IMMATURI, ETERNI INDECISI, SONO OSSESSIONATI DA UNA SOLA DOMANDA: COME MI REALIZZO OGGI?

Da una parte c'è il mondo che ti dice di esprimerti, affermarti, liberarti, mentre dall'altra parte è rimasta solo la Chiesa ad annunciare la bellezza dell'impegno per sempre