CULTURA

CITAZIONI

VITA ETERNA

CREDERE NELL'ALDILA' CAMBIA L'ESISTENZA

Sappiamo abbastanza «per intuire l’immensità della “terra incognita” di cui inizia soltanto l’esplorazione». “Supponiamo che un barlume di questo mondo sconosciuto si faccia visibile agli occhi del nostro corpo. Quale trasformazione in una umanità generalmente abituata, per quanto si dica, ad accettare come esistente solo ciò che le è dato di vedere e di toccare! (…).

Non ci sarebbe bisogno d’altro per trasformare in realtà vivente e operante una credenza nell’Aldilà che sembra ritrovarsi nella maggior parte degli uomini, ma che il più delle volte resta verbale, astratta, inefficace. Per sapere in quale misura essa conti basta guardare come ci si getta sul piacere; non ci si terrebbe fino a questo punto se non vi si vedesse tanto di guadagnato sul nulla, un mezzo per non curarsi della morte. In realtà se fossimo sicuri, assolutamente sicuri, di sopravvivere, non potremmo più pensare ad altro. I piaceri sussisterebbero, ma offuscati e sbiaditi, perché la loro intensità non sarebbe

che l’attenzione da noi fissata su di essi. Impallidirebbero, come la luce delle nostre lampade al sole del mattino. Il piacere sarebbe eclissato dalla gioia”.

In effetti così dovrebbe essere. Già la saggezza induce, di fronte all’effimera fragilità della vita e alla prospettiva certa della morte, a non attaccarsi avidamente ai beni terreni e a «cercare le cose di lassù», dove la felicità o la sofferenza sono per sempre. Tanto più di fronte all’evidenza della vita ultraterrena: se essa si mostrasse con certezza l’umanità intera dovrebbe cambiare e puntare a essa, scommettere tutto su ciò che veramente dura e vale. Secondo il filosofo tutto dovrebbe cambiare sulla Terra.

Tuttavia l’uomo tende a comportarsi in maniera irrazionale sulle cose veramente importanti dell’esistenza.

(Antonio Socci (2014) cita  “Le due fonti della morale e della religione” di Henri Bergson (1932))