CULTURA

CITAZIONI

CARITA'

LA TENTAZIONE DEL SENTIRSI GRATIFICATI

"Mi sembra importante però mettere in guardia dall'offrire qualcosa per la voglia di sentirsi ripagati, di sentirsi gratificati, o con l'intenzione, magari benevola, di catturare gli altri, perché in questo modo c'è di mezzo l'egoismo. Se invece si dà perché si intravede un lembo della propria stessa umanità nel fratello che soffre, allora si è sulla buona strada."

(Don Tonino Bello, "La bisaccia del pellegrino", pag.55)

LA GLORIA DEL PROSSIMO

"Può darsi che ciascuno di noi d'ora in avanti cominci a preoccuparsi troppo della propria gloria futura, mentre è poco probabile che ciascuno di noi si preoccupi con la stessa frequenza e con la stessa intensità della gloria del suo prossimo. Ogni giorno io devo farmi carico, sulla mia schiena, dell'onere, o il peso, o il fardello della gloria del mio prossimo, e si tratta di un carico tanto pesante che solo l'umiltà può sopportarlo, mentre le schiene degli orgogliosi ne usciranno spezzate. Non è una cosa da poco vivere in una società di potenziali dei e dee, sapendo che anche la persona più noiosa e meno interessante che incontri potrebbe un giorno diventare una creatura che, se incontrassi adesso, saresti tentato di adorare, oppure si potrebbe trasformare in un orrore e in un marciume tali che non riusciresti neppure ad immaginare al presente se non, quand'anche fosse possibile, come parte di un incubo.

Tutto il giorno, in un modo o nell'altro, noi ci aiutiamo a vicenda a raggiungere l'una o l'altra di quelle destinazioni. E' alla luce di queste infinite possibilità, con la cautela e la circospezione necessarie in simili circostanze, che dovremmo condurre i nostri reciproci rapporti, tutte le amicizie, gli amori, i giochi, le scelte politiche. Non esistono persone ordinarie. Non vi sarà mai capitato di parlare con un semplice mortale. Le Nazioni, le culture, le arti, le civiltà, queste sono cose mortali, e la loro vita per noi vale quanto la vita di una zanzara. Invece sono immortali gli esseri umani con i quali scherziamo, lavoriamo, ci sposiamo, che snobbiamo e che sfruttiamo - orrori immortali o splendori senza fine.

E con questo non intendo dire che dobbiamo mettere su un'aria di perenne solennità. Dobbiamo giocare. Ma la nostra gaiezza deve essere di quella specie (e infatti è la specie più allegra) che si instaura fra persone che fin dall'inizio si sono prese reciprocamente sul serio - senza leggerezza, senza superiorità, sena presunzione. E la nostra civiltà deve consistere in un amore vero e ricco, animato da una forte opposizione verso i peccati nonostante i quali amiamo il peccatore - e non semplice tolleranza, o indulgenza, che è solo parodia dell'amore, allo stesso modo in cui la leggerezza è la parodia della gioia. 

Dopo il Santo Sacramento, il vostro prossimo è l'oggetto più sacro che i vostri sensi incontreranno mai. Se poi il vostro prossimo è cristiano, allora sarà altrettanto sacro quanto il Sacramento, poiché in lui il Cristo vere latita - il glorificato e il glorificante, Gloria Egli stesso - è veramente, nascostamente, presente."

 

(Clive Staples Lewis, sermone alla Chiesa di S. Maria Vergine, Oxford)